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Rotabili della rete tranviaria di Roma. Materiale dell'azienda municipale

LE MOTRICI LEGGERE CAPRONI

     
 

 
     
  Nel 1947 l'ATAC sperimenta in collaborazione con l'ATM di Milano una nuova tipologia di vettura allora detta ultraleggera. Il nuovo tram è stato concepito come una versione moderna della vettura MRS, di cui emula lo schema dell'aderenza parziale con il carrello anteriore motore e quello posteriore portante, migliorata con la disposizione delle tre porte anteriore, centrale e posteriore.

Nella costruzione di questa motrice si fa attenzione per la prima volta alla necessità di ridurre la distanza del piano di calpestio dal piano del ferro. Per ottenere tale risultato il carrello posteriore portante è costruito con passo di 1.600 mm e dotato di ruote indipendenti del diametro di 400 mm non vincolate da un asse. Questa disposizione consente di mantenere più basso il pavimento in oltre metà della vettura (porte posteriore e centrale senza gradini) e di altezza normale in corrispondenza del carrello motore (porta anteriore con un gradino). Quest'ultimo è costruito dal TIBB col restante impianto elettrico, ed è dotato di ruote di 660 mm di diametro e di due motori longitudinali da 49 CV, posti permanentemente in serie,

 
I carrelli delle Caproni: a sinistra il portante, a destra il motore


Particolare del gradino interno coi due livelli del piano di calpestio

Il controller è di tipo diretto semi-automatico con sette posizioni di esclusione delle resistente e due di indebolimento del campo. L'impianto comprende un relais che può essere regolato su tre valori massimi di corrente, a seconda delle condizioni di aderenza. I contattori e le resistenze di frenatura sono sistemati nella parte anteriore della vettura, le resistenze di avviamento trovano posto sull'imperiale.

Innovativo è anche l'apparato frenante elettromagnetico di tipo automobilistico, a corrente alternata, coadiuvato da un freno a espansione tra coppa conica e motore.

Le due vetture entrano in servizio nel 1948, numerate 2501 e 2503, e circolano per circa due anni sulla rete romana, subito soprannominate le bassotte per la loro ridotta altezza da terra. Antesignane dei moderni tram a pianale completamente ribassato, anticipano fin da allora il problema delle ruotine indipendenti di piccolo diametro (400 mm le anteriori contro i 660 mm delle anteriori) che tendono allo svio e sono caratterizzate da un eccessivo consumo dei bordini. Sono dotate dell'archetti tipo Roma delle Stanga.

Le due vetture entrano in servizio nel 1948, numerate 2501 e 2503, e circolano per circa due anni sulla rete romana, subito soprannominate le bassotte per la loro ridotta altezza da terra. Antesignane dei moderni tram a pianale completamente ribassato, anticipano fin da allora il problema delle ruotine indipendenti di piccolo diametro, che tendono allo svio e sono caratterizzate da un eccessivo consumo dei bordini.

Il criterio di ottenere una vettura di costo minore rispetto alla produzione dell'epoca porta ad un rapporto potenza/peso di 4,6 Kw per tonnellata su un pieno carico di cinque tonnellate, di molto inferiore al valore delle carrelli milanesi (7,6) e delle PCC americane (9,4).

A Roma sono dotate dell'archetto tipo Roma in uso sulle vetture articolate Stanga.

Numerate 2501 e 2503, circolano per circa due anni sulla rete romana, subito soprannominate le bassotte per la loro ridotta altezza da terra. Antesignane dei moderni tram a pianale completamente ribassato, anticipano fin da allora il problema delle ruotine indipendenti di piccolo diametro (400 mm le anteriori contro i 660 mm delle anteriori) che tendono allo svio e sono caratterizzate da un eccessivo consumo dei bordini. Sono dotate dell'archetti tipo Roma delle Stanga.

Trasferite a Milano, dove l'archetto è sostituito dal trolley a rotella, vengono utilizzate con gli stessi numeri fino al 1966, anno in cui sono accantonate nel deposito di Desio e successivamente demolite.

 
     
 
2501, 2503 in v.le Carlo Felice; 2501 in via Cernaia

Immagini della presentazione delle nuove vetture
 
     
 

Motrici Caproni

 
 
num. es. q.tà anno costrutt. eq. el. n. assi lungh. rodiggio. tara carrelli passo interp. mot. tipo n. e pot. CV comando compr. freni
2501, 2503 2 1948 Caproni TIBB 4 12840 Bo'2 10,6 nota 1 1800/1600 6740 2x36CV 2x49 CV SACf motocompr. penumat., reostat., a mano
 
  Note.
Carrello motore anteriore a boccole interne; carrello portante posteriore a ruote indipendenti.
Diametro ruote: anteriori 660 mm, posteriori 400 mm.
 
 
 
 

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Ultimo aggiornamento: lunedì 29 gennaio 2024