|
Dalla fine della guerra al 1948, la rete di autobus romana
è ancora servita solo da rotabili di costruzione anteguerra; molti di questi
resteranno in servizio anche negli anni seguenti; per alcune serie troviamo
qualche rotabile ancora in servizio nel 1959-1960. I rotabili più longevi
risultarono in primo luogo i Lancia Omicron, dei quali restano in servizio i
231-239 e 251-299, che furono modificati nel motore diesel, dal 1946 in poi,
adottando l’iniezione diretta del combustibile; analoga modifica fu estesa ad
altri gruppi di rotabili. Anche molti autobus Fiat e Alfa Romeo a tre assi
resteranno in servizio ancora per un decennio dopo la guerra. Dal 1946 è
soppresso il prefisso letterale ai numeri di esercizio, divenuto oramai del
tutto superfluo dal momento che tutte le vetture sono dotate di motorizzazione
diesel.
Al contrario di quanto avvenuto in altre reti italiane che
passarono rapidamente, al termine della guerra, alla modernizzazione del proprio
parco autobus, a Roma l’ATAC è all’inizio cauta, quasi restìa, nell’acquisizione
di nuovi autobus, anche perché era previsto di di dare alla rete filoviaria uno
sviluppo che in realtà non avrà. Dopo un iniziale acquisto di piccole serie di
autobus a due assi, l’ATAC, riprendendo la tradizione anteguerra, ordina un
consistente lotto di autobus a tre assi di costruzione Alfa Romeo; questo gruppo
resterà il maggiore ampliamento eseguito nel primo dopoguerra al parco autobus
romano e sarà seguito da altri piccoli gruppi di rotabili a due assi, per lo più
destinati al servizio sulle linee celeri istituite nel 1948.
L’autobus di questo periodo, a parte la meccanica più
moderna e un notevole aumento di prestazioni per l’aumentata efficienza di
motori e trasmissioni, resta sostanzialmente quello degli ultimi anni Trenta: si
ha sempre la separazione funzionale tra telaio e carrozzeria ed il motore, se
pur interno alla carrozzeria, è quasi sempre montato sopra il telaio in
posizione avanzata; solo con i Lancia Esatau si ha un primo esempio di motore
posto sotto il telaio. La modularità della cassa nella scansione dei finestrini
e nella posizione degli accessi segue la disposizione dei rotabili anteguerra; i
finestrini sono più o meno unificati nelle dimensioni. Le porte sono normalmente
due, posta una dopo l’assale posteriore e l’altra dopo quello anteriore, così
che la cassa ha tre o quattro finestrini doppi tra gli accessi, rispettivamente
nei rotabili a due o tre assi; gli accessi sono sempre dotati di porte a quattro
antine in legno, a comando pneumatico diretto con un rubinetto posto nella
cabina di guida.
Nota. - I suffissi letterali degli autobus Fiat, di questo periodo
e del dopoguerra, hanno i seguenti significati: R, telaio derivato da
autoveicolo da trasporto, ma a pianale ribassato; N, alimentazione a
gasolio (motore diesel); L, tipo allungato rispetto alla versione
normale; A, presenza di un doppio ponte differenziale posteriore (terzo
asse); G, alimentazione a gasogeno; U, veicolo per servizio urbano derivato da analogo da trasporto.

I Fiat 680 destinati alle linee celeri sono inizialmente utilizzati sulla
Roma-Tivoli e dotati, probabilmente per motivi burocratici, di una tabellina con
la dicitura "Autoservizi A.T.A.C."
(l'immagine è presa da un film e sia la localizzazione al Colosseo che la tabella di linea 64 sono fitttizie).
|
|