. |
|
La storia del trasporto pubblico di Roma raccontata con passione e per passione. Sito fondato da Vittorio Formigari, online dal 1999 |
. |
. | ||||||
Rotabili della rete tranviaria di Roma. Materiale dell'azienda municipale |
||||||
LA MRS A DUE PIANI, 2P.1 POI 2265 |
||||||
Nel mese di novembre 1936 entra a far parte del parco tramviario ATAG l'unico e solo tram urbano a due piani che sembra abbia circolato in Italia. Si tratta di una motrice meccanicamente eguale alle MRS di terza serie, che già dal 1933 circolavano sulla rete romana, ma che come carrozzeria si ispira ai vari autobus urbani e interurbani, in quel momento sperimentati in numerosi modelli sulla rete ATAG, in particolare a quelli detti autoalveari dal singolare modo di contenere i passeggeri. Nel linguaggio dell'ATAG, al pari dei coevi autobus, è definito tram a due ordini di posti. |
||||||
I passeggeri sono disposti non solo in sedili più o meno usuali al piano inferiore, ma anche su sedili praticamente appollaiati sulle pareti, all'altezza del piano superiore. I due piani non sono quindi separati, come usuale, in due ambienti uno inferiore e l'altro superiore, ma costituiscono un unico ambiente; per utilizzare i sedili delle due file superiori i passeggeri dovrebbero raggiungere gli stessi mediante specie di scalette opportunamente disposte; chi invece siede di sotto deve tenere i piedi in una specie di buca sottostante al sedile. | ||||||
|
||||||
I finestrini dei due piani virtuali sono poi di tipo infelicissimo, con un vetro centrale fisso e due laterali scorrevoli. Seguendo la moda ingegneristica di allora, alla nuova e avveniristica vettura tramviaria è assegnato il numero di esercizio 2P.1 (il punto dopo la P indica che la sigla è una abbreviazione di Due-Piani-1, pensando evidentemente di arrivare a chissà quanti tram alveari, per i quali si prevedono i numeri 2P.3, 2P.5 e così via). E' da notare che la particolare disposizione della 2P.1 è già stata sperimentata in America nei primi anni Trenta, su alcune elettromotrici della Long Island Rail Road. | ||||||
La meccanica della 2P.1 è la stessa delle MRS di terza serie, le 2205-2263; i carrelli sono stati presi in prestito dalla vettura 2233, al momento modificata con carrelli ed equipaggiamento elettrico di tipo modernissimo. Un dubbio sussiste sul circuito di comando della vettura che in una prima immagine appare equipaggiata con l'usuale controller B54 a manovella oscillante e interruttore di linea delle MRS, ma in tutte le immagini in servizio sembra dotata di un comando indiretto ad accelerazione automatica, presumibilmente come quello della 2203. | ||||||
|
||||||
L'esercizio dell'avveniristica MRS si rivelerà tutt'altro che semplice. A causa della sua altezza le sarà vietato il transito in moltissimi punti della rete, come risulta chiaro da una targhetta ben visibile al posto di guida indicante: | ||||||
|
||||||
Come conseguenza di tali limitazioni, la vettura non può essere ricoverata nei depositi di porta Maggiore e di S. Paolo, ma è assegnata al deposito Vittoria: in caso debba recarsi presso le officine centrali occorrono speciali accorgimenti (per esempio smontare l'archetto per trainarla). Sembra anche che occorrà tagliare i rami degli alberi eventualmente sporgenti lungo il suo percorso. | ||||||
|
||||||
La vettura farà servizio esclusivamente sulla linea 7 barrato, porta Pia-p. Croce Rossa-v. Morgagni-p. Bologna-v.le XXI Aprile-v. Nomentana-c.so Sempione (Monte Sacro), dal novembre 1936 al maggio 1937, data della definitiva chiusura della rete di Monte Sacro e della linea di via Nomentana, ossia per soli sei mesi. Sarà successivamente parcheggiata nelle officine centrali, dove rimane inattiva fino al 1943. | ||||||
|
||||||
Dal marzo 1943 al 1965 |
||||||
Probabilmente a causa della deficienza di vetture, conseguente ai danni della guerra, la 2P.1 torna a nuova vita nel marzo del 1943. Privata del piano superiore viene ricostruita a piano unico. Rinumerata 2265, a seguito ell'ultima MRS, riprende a circolare sulla rete dell'ATAG senza le precedenti limitazioni essendo oramai divenuta una MRS a tutti gli effetti, anche se di carrozzeria alquanto stravagante | ||||||
Nella ricostruzione, eliminato il piano superiore, si è ricostruito l'imperiale con una forma inusitatamente piatta, mentre si sono mantenuti gli infelici finestrini inferiori, dotandoli di finestrelle superiori parzialmente apribili; il comando automatico è sostituito da un usuale comando semidiretto con controller a manovella oscillante come le MRS di serie. Le due piattaforme risultano sacrificate, anzi la cabina di guida, troppo stretta, da luogo ad innumerevoli proteste dei conducenti ed è uno dei motivi per cui verso il 1965 (la data precisa non è nota) la ricostruita 2265 è nuovamente ritirata dall'esercizio e parcheggiata per la seconda volta all'interno delle officine centrali. | ||||||
|
||||||
Dal 1977 alla definitiva radiazione |
||||||
Dopo l'apertura all'esercizio della linea 30 (3 marzo 1975) l'ATAC si trova nuovamente a corto di tram: la 2265 è quindi sottoposta ad una seconda ricostruzione, soprattutto al fine di migliorare l'abitabilità del posto di guida. Le due piattaforme sono completamente ricostruite, mentre il resto della cassa è modificato nei finestrini che, seppure sempre in numero di cinque abbastanza distanziati l'uno dall'altro, divengono di tipo normalizzato. La "nuova" 2265 entra in servizio nel verde Roma 71 nel 1977 e può finalmente essere utilizzata come le altre vetture MRS. Farà a tempo ad essere riverniciata nel giallo ministeriale e circola almeno fino al 2003. | ||||||
|
||||||
|
||||||
. | ||||||
TramRoma, ©1999-2023 - Curatori: Dario Giacomini, Mauro Di Pietrantonio |
||||||
Ultimo aggiornamento: mercoledì 27 dicembre 2023 |