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La storia del trasporto pubblico di Roma raccontata con passione e per passione. Sito fondato da Vittorio Formigari, online dal 1999 |
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La rete tranviaria dei Castelli Romani |
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UN ACCORDO TRA LA STFER E IL GOVERNATORATO |
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A partire dal 1925, con lo sviluppo dei quartieri ai lati della via Appia Nuova, inizia a porsi il problema dei servizi di trasporto sulle due direttrici di via La Spezia e via Magna Grecia. Fuori Porta San Giovanni, infatti, insiste la concessione della STFER per le linee dei Castelli Romani e per il servizio locale Termini-Cave-Quadraro, e in base alla legge nazionale del settore esiste un sistema di protezione contro la concorrenza. Il Governatorato di Roma intavola una trattativa fin dal 1927, ma la società di allora è ancora quella privata, controllata da Engetra e Thomson, Houston, che di cedere questo servizio non ne vuole sapere. La società, anzi, decide di potenziare il servizio locale acquistando un piccolo gruppo di motrici a due assi (le motrici Napoletane) che non risolvono il problema sollevato dai cittadini, quello delle tariffe. Utilizzare la tranvia dei Castelli costa infatti il doppio rispetto alle linee municipali, e le istanze per la costruzione dei due nuovi assi tranviari verso piazza Lodi e via Galeria si moltiplicano sulla stampa.
Un primo tentativo con la società franco-belga fallisce per le pretese della società stessa, che asserisce (ed è vero) di ricavare una parte non indifferente dei suoi prodotti dal servizio urbano e chiede un risarcimento di cinque milioni di lire per un minor utile di 4000 lire al giorno e 1.460.000 lire annue. Intanto il governo ha deciso di nazionalizzare le tranvie urbane ed extraurbane ancora in mano straniera. Le 33.000 azioni della STFER vengono acquistate dal Governatorato, che ne diventa azionista unico e che può ora coordinare la politica dei trasporti fuori Porta San Giovanni pur nel rispetto del testo unico 442 del 1912. Poiché il servizio urbano, con tutte le sue fermate, intralcia quello extraurbano, viene raggiunto un accordo per la sostituzione delle linee tranviarie urbane della STFER con linee di autobus dell'ATAG. Quest'ultima, per poter affrontare questo ampliamento del servizio (assieme ad altri ampliamenti della rete) delibera di portare il proprio parco autobus a 40 autoelettriche, 32 autobus Lancia Omicron e SPA 34 lunghi, 40 omicron e 34 corti e 12 SPA C9000 per un totale di 4.955.000 lire. Nello stesso documento è indicato che l'ATAG prolungherà la linea 201 (San Giovanni-via Gino Capponi) al Quadraro esercitandola con sei vetturedi tipo lungo. Questo accordo non sarà tuttavia trasformato in contratto. Le modifiche alla rete che si prevedono per la riforma autotranviaria rinviando le scelte ai primi anni '30. L'idea di estendere servizi della STFER sulla rete dell'ATAG, come la linea San Giovanni-via Nomentana-piazza Sempione, porterà al potenziamento dei suoi servizi urbani e all'acquisto delle vetture MRS del tutto simili a quelle urbane.
* * * Premesso che la Società delle Tramvie Ferrovie Elettriche di Roma, oltre alle comunicazioni con i Castelli Romani, provvede anche al servizio urbano Termini-Cave-Quadraro in base ai contratti 20 luglio 1903, 9 febbraio 1911 e 6 settembre 1923, assorbendo il traffico che si svolge per il primo tratto di via Appia Nuova da Porta San Giovanni al bivio delle Cave, e per il tratto della via Tuscolana fino al Quadraro; che occorre provvedere ad una sistemazione organica e generale dei trasporti urbani di tutto il complesso dei quartieri Appio, Latino e Tuscolano, creando linee di allacciamento alla rete urbana della città, gestite dall'Azienda Tramvie e Autobus del Governatorato; che pertanto, nell'esecuzione del piano dell'anzidetta sistemazione, si verrebbero a creare delle comunicazioni indirettamente concorrenti alla linea urbana gestita dalla STFER; che d'altra parte la STFER non potrebbe promuovere querimonie alla istituzione di si importante servizio tranviario da parte dell'ATAG, sia per l'assoluta necessità che tali comunicazioni vengano stabilite, sia per la impossibilità in cui esso si trova di poter esercitare efficacemente un servizio suburbano sovrapposto ad un servizio interurbano sugli stessi binari, con danno di ambedue i servizi, che hanno caratteristiche differentissime per velocità, frequenza, composizione di treni, fermate ed esigenze varie del pubblico, sia perché in forza dei citati contratti il tronco Termini-San Giovanni potrebbe essere riscattato, tanto nei riguardi del servizio urbano, suburbano ed interurbano, sia perché l'originaria concessione ha per obiettivo le sole comunicazioni interurbane tra Roma e i Castelli Romani, e la soppressione del servizio suburbano non può che migliorare le comunicazioni interurbane coi Castelli, lasciando i binari esclusivamente a queste adibiti, del che la società delle Tramvie dei Castelli trarrà in parte corrispondente beneficio; considerato tuttavia che la STFER ricava oggi una parte principale dei suoi prodotti dal servizio Termini-Quadraro e Termini-Cave, che in corrispettivo del servizio stesso ebbe a richiedere, prima che le azioni di questa fossero acquistate dallo stesso Governatorato, un compenso di cinque milioni, asserendo un minor utile annuo di L. 1.460.000, pretesa che dal Governatorato fu ritenuta eccessiva; che nuove trattative hanno condotto agli accordi qui appresso riportati; il Governatore approva il seguente schema di convezione e ne autorizza la stipulazione in regolare contratto. SCHEMA DI CONVENZIONE
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TramRoma, ©1999-2023 - Curatori: Dario Giacomini, Mauro Di Pietrantonio |
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Ultimo aggiornamento: lunedì 11 dicembre 2023 |