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La storia del trasporto pubblico di Roma raccontata con passione e per passione. Sito fondato da Vittorio Formigari, online dal 1999 |
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La ferro-tranvia Roma-Civitacastellana-Viterbo |
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ARMAMENTO, LINEA DI CONTATTO, RACCORDI |
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Armamento e linea di contatto Lo scartamento della linea è un metro, in base alla normativa allora vigente in Italia, per la quale le tramvie e le ferrovie a scartamento ridotto erano rispettivamente a 1000 e 950 mm. La tratta urbana in sede stradale è inizialmente armata con rotaie Broca da 25 kg/m, successivamente sostituite da Phoenix da 35 kg/m; sulla tratta extraurbana sono impiegate rotaie Vignoles lunghe circa 12 m del peso di 21 kg/m, montate su traverse lunghe 180 cm e di circa 10x12 cm di sezione. Tutte le rotaie sono collegate elettricamente con giunti Chicago da 50 mmq di sezione. La ferrovia, come il primo tratto in regime di tramvia, fu a scartamento metrico con armamento a rotaie Vignoles da 21 kg/m; sulla linea si avevano una pendenza massima del 32 per mille e un raggio di curvatura minimo di 100 m, il tutto ottenuto però a costo di ben sette tunnel, quattro viadotti a quattro o cinque archi, alcuni alti fino a 22 m. La ferro-tramvia sarà uno dei pochi esempi in Italia di linee, di una certa lunghezza, ad alimentazione monofase a bassa frequenza; la tensione al filo di contatto è stabilita in 6500 V, 25 Hz dalla sottostazione di Tor di Quinto a Civitacastellana, mentre il tratto urbano in Roma è alimentato a 550 V, 25 Hz. Le tensioni sulla tratte urbana ed extraurbana sono date all'inizio talvolta come 6000 e 550 V, mentre in documenti successivi si trovano i valori di 6500 (o 6600) e 600 V; è in ogni caso ovvio che su una linea di questo genere, per di più in corrente alternata dove i motori sono normalmente alimentati a tensione variabile, si tratta di variazioni che non hanno alcun significato. Per la sospensione del filo di contatto da Civitacastellana a Viterbo fu adottata la catenaria longitudinale con la linea alimentata dalla sottostazione di Fabrica, alla stessa tensione di 6500 V, 25 Hz della tramvia. La parte di linea ad alta tensione è costituita da un filo di rame sagomato ad 8 da 50 mmq di sezione montato a 5,90 m dal piano del ferro, sostenuto con sospensione trasversale da mensole in ferro su pali in legno; i pali sono distanziati di circa 37 m in rettifilo e di 12-35 m in curva; la sospensione del filo comprende due isolatori a noce sulla corda della mensola e un isolatore di sostegno del filo. All'ingresso in Civitacastellana la sospensione trasversale è sostituita da un breve tratto di catenaria. La linea a 6500 V è alimentata a sbalzo dalla sottostazione di Tor di Quinto, dalla quale parte anche un filo pilota che, sostenuto sugli stessi pali del filo di contatto, si collega a quest'ultimo a Civitacastellana; dovrebbe servire per misure e controlli sulla linea, anche se i vecchi macchinisti racconteranno in seguito come era spesso utilizzato per alimentare una parte della linea di contatto in caso di interruzioni della stessa in un punto intermedio.
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Numerosi i raccordi merci o di servizio su tutta la ferro-tramvia, dei quali si riportano nella tabella che segue quelli presenti nel 1914 secondo le pubblicazioni dei dati statistici del ministero dei trasporti; queste pubblicazioni sono purtroppo note per gli errori anche grossolani che contengono per cui i dati vanno presi con cautela. Ferrotramvia Roma-Civitacastellana-Viterbo
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Raccordo per la costruzione del Convitto nazionale* Dalle dimensioni date sul documento di origine sembrerebbe che il viale del Nord possa identificarsi con l'attuale viale Carso.
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Questi due raccordi, per le progressive chilometriche, potrebbero identificarsi con i primi due della tabella precedente, ma le lunghezze date sarebbero molto diverse da quanto può valutarsi sulle piante. ___________________________ |
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TramRoma, ©1999-2023 - Curatori: Dario Giacomini, Mauro Di Pietrantonio |
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Ultimo aggiornamento: venerdì 16 febbraio 2024 |