Partendo dalla stazione di Roma Laziali, e dopo aver percorso via
Giolitti, la linea arriva a porta Maggiore, dove sono ancora presenti due segnali luminosi
a cubo, a comando manuale e non più funzionanti, che regolavano la circolazione con le
linee tranviarie dell'ATAC. Lasciata porta Maggiore la linea corre parallela alla Roma-Napoli delle
FS; qui per un breve tratto, a causa di un restringimento della sede ferroviaria, i binari
corrono interlacciati e la circolazione è regolata dal BAB (Blocco Automatico Banalizzato).
Al capolinea di Roma Laziali, il nostro viaggio ha inizio con la corsa per Torrenova
dell'elettrotreno 822; i binari di ingresso alla stazione.
Il segnale a cubo che si trova a monte della fermata di p.ta Maggiore provenendo dal capolinea;
i binari interlacciati nel sottovia Prenestino.
All'altezza della fermata Alessi la linea passa al centro della
via Casilina e da questo punto fino alla stazione di Centocelle la ferrovia è stata
oggetto di lavori di ammodernamento nel 1996 con la totale sostituzione
dell'armamento e della linea aerea e la costruzione delle nuove fermate di tipo
tramviario. Si giunge cosi alla nuova stazione di Centocelle inaugurata negli anni
Settanta, dotata di dispositivi ACEI; la stazione è dotata di quattro binari, due un tempo
usati per la diramazione per piazza dei Mirti, soppressa nel 1982 della quale resta solo
un tronchino utilizzato per la giratura dei convogli, e due per la prosecuzione per
Fiuggi. Sempre dalla nuova stazione di Centocelle parte una diramazione a
doppio binario che porta a quella vecchia, dove sono presenti anche le officine, il
deposito e la sottostazione elettrica.
Segnali di ingresso della nuova stazione di Centocelle; ciò
che resta della diramazione per piazza dei Mirti; la diramazione per l'ingresso e
l'uscita dalla vecchia stazione e dal deposito officina.
La vecchia stazione di Centocelle; le officine di manutenzione
dei rotabili; sono visibili la motrice di servizio 434 (al centro) e un locomotore (a destra).
Passata Centocelle i binari corrono sul lato sinistro della statale
Casilina e si giunge a Torrenova, attuale capolinea in attesa che venga riaperta la tratta
fino a Pantano Borghese interessata dai lavori di ammodernamento con raddoppio del binario
per la trasformazione della linea futura linea metropolitana C.
Ciò che rimane della stazione di Pantano; il segnale ad ala e i tre binari della
stazione di Laghetto.
Da Pantano aveva inizio il tratto extraurbano: da qui rimangono della
linea, tutta a binario unico, solo di tracce, non sempre facilmente identificabili; in
prossimità delle stazione di Laghetto è ancora visibile il segnale di protezione ad ala,
mentre nel piazzale sono ancora presenti i tre binari originari. Proseguendo
si giunge a Colonna e subito dopo a San Cesareo; qui
l'armamento è stato completamente smantellato e restano i soli pali della linea
aerea, mentre sono ancora presenti l'edificio della stazione e la sottostazione
elettrica con il macchinario. Da San Cesareo partiva la diramazione per Frascati chiusa
nell'immediato dopo guerra a causa dei gravi danni riportati durante il secondo
conflitto mondiale.
La stazione di Colonna, con il parco binari divenuto un orto;
la stazione di S. Cesareo dalla quale partiva la diramazione
per Frascati; i resti della sottostazione elettrica di S. Cesareo
Oltrepassata la stazione di San Cesareo, la ferrovia abbandonava la
Casilina per prendere la via Prenestina; su quest'ultima, prima di arrivare a Zagarolo,
era presente una diramazione per Zagarolo Scalo, della quale resta solo l'edificio di
stazione, posto di fronte a quello delle FS, e un tronchino che termina dentro lo scalo
FS. Superato Zagarolo si incontrano le stazioni di Palestrina e Cave, prima
di giungere a Genazzano la ferrovia percorreva un breve tratto di galleria.
L'edificio di stazione di Zagarolo Scalo; quello che
rimane della diramazione per Zagarolo FS; la stazione di Cave.
La stazione di Genazzano era sede di deposito officina e di una
sottostazione elettrica; qui le tracce del passaggio della ferrovia sono più visibili che
sul resto della linea: è infatti ancora presente il segnale ad ala di protezione, un
tratto di binario che percorre un semicerchio prima dell'ingresso in stazione,
l'edificio di stazione, il deposito oggi sede della rimessa degli autobus del COTRAL
e l'unica traccia di un rotabile presente sull'intero percorso extraurbano, un
carro scala per la manutenzione della linea aerea.
Prima di giungere a Genazzano, la ferrovia imboccava una
galleria lunga una trentina di metri; segnale di protezione ad ala per la
stazione di Genazzano, dopo il quale la linea percorreva una lunga curva di 180°.
Dopo Genazzano si incontra la stazione di Paliano, e subito dopo la
ferrovia iniziava a salire sui monti Ernici toccando le stazioni di Serrone, Piglio,
Acuto, per poi giungere a Fiuggi; qui il treno svolgeva anche un servizio urbano da Fiuggi
Città a Fiuggi Fonte. Anche qui la stazione è stata trasformata in deposito per gli
autobus del COTRAL; dopo Fiuggi la ferrovia proseguiva per Alatri con una breve
diramazione per Guarcino; della successiva tratta Alatri-Frosinone non vi è più nessuna
traccia. Dalla stazione di Serrone fino a Fiuggi l'armamento è stato
completamente smantellato per far posto ad una pista ciclabile: una delle solite opere
inutili, sempre costruite per imitare altri paesi, qui poi semplicemente assurda data
l'orografia della zona ed infatti di ciclisti non se ne vede nemmeno l'ombra.
L'edificio di stazione di Genazzano; il deposito officina, oggi
utilizzato dagli autobus del COTRAL, on un carro scala; la ridicola pista ciclabile
costruita sulla sede ferroviaria.
Fiuggi Fonte; il fabbricato della stazione
è ben conservato ed utilizzato come capolinea degli autobus.
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