.

La storia del trasporto pubblico di Roma raccontata con passione e per passione. Sito fondato da Vittorio Formigari, online dal 1999

.

Home page I Indice argomenti di carattere generale

.

Articoli e libri sul trasporto pubblico

IL TRAMSPORTO DEL TRAMVIERE
(Osvaldo Zannoni)

     
 

Il tramsporto del tranviere di Osvaldo Zannoni - 9788877852632 in Storia  dei trasporti | Libreria Universitaria

 
     
 

Il libro dovrebbe dare al lettore una panoramica della storia del trasporto urbano a Roma dai tempi di Romolo fino ai nostri giorni e si divide un due parti: una di carattere storico-archeologico e l'altra più aderente al trasporto urbano. Mentre sulla prima, che tra l'altro racconta solo cose già note da altre pubblicazioni, non mettiamo bocca (tranne che per qualche particolare) trattandosi di argomenti dei quali non siamo competenti, la seconda non può non attirare la nostra attenzione, presentandosi anch'essa come un prelevamento di materiale da analoghe pubblicazioni di altri autori e, da ultimo, da materiale propagandistico ATAC, con una tale fioritura di errori e imprecisioni da doverne limitare l'elencazione per soli motivi di spazio.

  • Il titolo
    Lo stesso titolo fa semplicemente ridere o piangere, secondo i punti di vista. Se lo scrivere tramsporto al posto di trasporto, forse per richiamare la parola tram, può essere adatto ad un manifesto pubblicitario o simile, male si presta per un libro: quante volte un lettore scorrendo un catalogo o un listino di pubblicazioni scambierà questa parola per un errore di stampa? Ed inoltre, che significa "trasporto del tranviere"? Il trasportato è il tramviere? Si preleva il tramviere ad esempio da un deposito per trasportarlo in un altro?
  • Pag. 41
    ...la costruzione dei "muraglioni" sul Tevere, che qui vedete ripresi, con i loro mosaici iconografici nel tratto fra ponte Garibaldi e ponte Vittorio.
    La didascalia dell'immagine alla quale si riferisce il testo di cui sopra riporta I muraglioni del Tevere; in verità l'immagine ha tutto l'aspetto di una strada con un muro di cinta di un giardino, sul quale appare problematico trovare traccia di mosaici iconografici.
  • Pag. 43
    Il termine è derivato da un dativo della lingua latina che significa "per tutti".
    Non siamo dei latinisti, ma ci sembra che la dotta osservazione dell'autore non sia esatta.
  • Pag. 52
    In didascalia: Mylordinada, che sarà mai?
  • Pag. 70
    Il problema [la trazione elettrica tramviaria] viene in parte risolto in seguito alla scoperta dell'energia elettrica ed all'invenzione del motore elettrico.
    Si potrebbe far osservare all'autore che l'energia elettrica era già stata "scoperta" da un secolo almeno e che il motore elettrico, nell'ultimo decennio dell'Ottocento, era già da tempo una realtà industriale.
  • Pagg. 71 e 72
    L'autore tira fuori di nuovo, praticamente con le stesse parole, quanto già esposto in un suo precedente opuscolo sulle presunte linee del Cattori in villa Borghese, a suo tempo da noi contestate anche in relazione ad altra pubblicazione. L'immagine presentata a pag. 71 in alto consta di due estratti da carte topografiche. La parte di destra è una ennesima riproduzione della solita pianta con sovrastampa per far figurare la linea del Cattori, mentre la parte sinistra è di un’altra pianta che non mostra nessuna linea tramviaria, solo una parte di villa Borghese delimitata dalle mura aureliane; l'autore ha forse preso per un binario la linea sottile che corre lungo le mura, che invece è solo l'indicazione di quello che all'epoca era poco più di un sentiero fiancheggiante le stesse, divenuto successivamente il viale del Muro Torto. Per quanto riguarda la pianta a pag. 72, si tratta dell’altra già a suo tempo da noi contestata, con in più l'indicazione in didascalia Plans of Rome con la linea elettrica (Plans è un plurale, riferito a che cosa?). In ogni caso, per evitare ripetizioni, rimandiamo chi è interessato alla questione a quanto già scritto.
  • Pagg. 72 e 73
    ..dove c'è un tram con rimorchio della linea 9 fermo davanti alla chiesa di S. Silvestro.
    Non è un tram con rimorchio, ma una motrice in sosta davanti ad una vettura d'aspetto.
  • Pag. 73
    Sulla stessa via [Nomentana] si esperimenta, con esito positivo, anche un tram con un sistema di trazione a batterie che verrà poi utilizzato su altre linee.
    La trazione ad accumulatori fu sperimentata su via Nazionale e su altre tratte della rete con esito disastroso, tutt'altro che positivo.
  • Pag.78
    La pianta mostrata non è del 1904: sulla Tuscolana è già presente la linea della STFER per Frascati, attivata nel 1906, ben visibile in località Arco di Travertino.
  • Pag. 81
    ...la diramazione che da Grottaferrata porta a Rocca di Papa..
    La diramazione parte in realtà da Valle Violata e arriva a Valle Vergine, capolinea inferiore della funicolare per Rocca.
  • Pag. 102, didascalia dell'immagine.
    Tranviere del deposito Vittoria.
    I tramvieri degli altri depositi erano diversi? Si sfida a vedere i numeri di matricola citati nel testo.
  • Pag. 104
    Gli autobus Ugolini citati in didascalia (si sfida a vederne uno nell'immagine superiore) sono in realtà autoelettriche.
  • Pag. 109
    ...il tram numero 547, una ex 8 finestrini,...
    Errore: la vettura turistica 547 non era una ex otto finestrini modificata, ma una vettura appositamente costruita per lo speciale servizio.
  • Pag. 113
    Sempre in questi anni l'ingegneria tramviaria, in continua evoluzione, porta a realizzare vetture con due carrelli che hanno una lunghezza notevolmente superiore alle precedenti, ben tredici metri; ciò avviene con l'invenzione delle ralle, un sistema meccanico che consente ai carrelli di ruotare indipendentemente dalla piattaforma e quindi di poter percorrere anche i tratti di binario in curva senza problemi.
    Da questo nebuloso discorso si evincerebbe che 1) le vetture a carrelli sono un'invenzione dei tardi anni Venti e 2) che la loro costruzione è possibile grazie ad un'altra invenzione, un complicato meccanismo chiamato ralla... Ma è un discorso che un dirigente di azienda tramviaria si può permettere di fare? Ma non lo sa che i carrelli furono inventati per i rotabili ferroviari nel secolo XIX? E se si studiasse l'argomento di cui parla, scoprirebbe forse che i tram dei Castelli avevano motrici a carrelli già dal 1906.
    Didascalia dell'immagine: Il tram 2001, ammodernato, a "Porta Maggiore".
    La 2001 nell’immagine non ha niente di rimodernato, a parte le porte pneumatiche ed è più o meno, se non come era all'origine, almeno allo stato degli anni Sessanta. La stessa vettura fu invece tra le poche MRS ricostruite a partire dal 1980, con cassa metallica ben diversa di quella di origine.
    ...le prime vetture "8 finestrini"... che, a differenza di quelle S.R.T.O. non hanno più il lucernario sul tetto.
    La presenza del lucernario non era certo una prerogativa dei rotabili SRTO; tutti i rotabili municipali, motrici e rimorchi, fino al 1923 ne erano dotati.
  • Pag. 118
  • La "rotaia" sarà ridimensionata [forse resa più piccola] ed utilizzata per linee radiali periferiche, per le due circolari interne, destra e sinistra... e per le tre circolari esterne, che sono al momento la F33,... N26,... P11...
    Se è già errato considerare i due binari della circolare interna come due linee indipendenti, incomprensibile appare classificare "circolari" i tronchi di linea F33 e simili, che di circolare non hanno proprio niente.
  • Pag. 123
  • ...la costruzione di vetture articolate ad alta capacità di carico utilizzando 50 motrici e 50 rimorchi del tipo ad otto finestrini posti in disuso dopo la riforma del 1930.
    Errore: nessun rotabile del tipo indicato fu accantonato dopo il 1930 ed anzi le motrici rimaste disponibili dopo la costruzione delle MATER costituirono il grosso del parco dell'ATAG, affiancandosi alle MATER ed alle MRS, fino al dopoguerra.
  • Pag. 126
    ...trentadue esemplari dalle principali case produttrici italiane, la Fiat, la Stanga di Padova, la Breda e la O.M....
    Non sono mai esistiti filobus O.M.; le prime serie di filobus erano su telai Fiat, Alfa Romeo, Stanga-Isotta Fraschini, Breda (nell’ordine di immissione in servizio).
    ...l'ex deposito Flaminio viene sgomberato dalle ultime macchine elettriche, tram, spazzabinari e spazzaneve...
    Non sono mai esistiti spazzaneve tra i rotabili ausiliari a Roma.
  • Pag. 127
    A dicembre dello stesso anno arrivano 30 vetture filobus a tre assi, realizzati dall'Alfa Romeo e dalla Tecnomasio Italiano Brown Boveri Milano con carrozzeria Macchi; la prima vettura entra in servizio il 15 novembre e prende il numero aziendale 6065.
    Cumulo di errori. Il primo lotto di filobus a tre assi fu costituito dalle 30 vetture 6001-6059, su telaio Alfa Romeo con parte elettrica Marelli; il primo, il 6001, prese servizio nell’ottobre 1938, mentre il 6065 citato era una vettura fuori serie che nella tecnica anticipava il terzo gruppo a tre assi, entrata in servizio il mese dopo. Sono dati presenti negli ordini di servizio ATAG ed è inconcepibile che un dirigente ATAC non abbia avuto l'accortezza di consultarli.
  • Pag. 130
    ...per cui verranno utilizzati come bigliettai ragazzi dai 14 ai 16 anni...
    Mai sentita una simile notizia. Oltre a ciò l'immagine di pag. 131 sarà forse stata fatta dal padre del "collega operaio", ma quella di pag. 130 è dell'archivio ATAG.
  • Pag. 139
    Nell'immediato dopoguerra ritroviamo in funzione 191 filobus, 548 tram e 157 autobus..
    Se per "immediato dopoguerra" si intendono, come è corretto, gli anni 1944-45, i numeri dati sono errati per eccesso, specie per i mezzi gommati; sono inoltre in contrasto con gli analoghi dati a pag. 135, che sembrano ragionevoli.
  • Pag. 141, didascalia dell'immagine.
    La stazione della Roma-Tivoli.
    E' la fermata ATAG di Settecamini, termine del servizio urbano e non la stazione della Roma-Tivoli (quale stazione, poi, visto che un capolinea della Roma-Tivoli era a via Gaeta e l'altro a Tivoli e la linea non aveva stazioni intermedie); è presente un autobus con rimorchio intercomunicante della linea 210 che, se l'autore avesse un po' più di conoscenza dei rotabili ATAG, sarebbe stato opportuno citare come novità quasi assoluta per l'epoca.
    ...e le sottostazioni elettriche; l'ubicazione di queste ultime e la loro potenza, sia quella in esercizio che quella di riserva, è indicata nel prospetto successivo. Nel grafico ripreso dal bilancio ATAC del 1949... Invano si cercherebbero il prospetto successivo e il grafico.
  • Pag. 143
    Nella foto è appena visibile, sulla sinistra la ricopertura dell'accesso al rifugio antiaereo rimasto aperto fino agli anni Ottanta del Novecento.
    Nella foto non si vede proprio niente; la questione del rifugio aperto fino agli anni Ottanta è già uscita da altra parte e sembra una delle solite favole.
  • Pag. 151
    ...le linee tramviarie sono ancora 23 comprensive delle due Circolari interne e delle due Esterne...
    Rispuntano le due circolari interne e le due esterne.
  • Pag. 153
    ...[le PCC] sono anche dette "All Electric" perchè non hanno più il rumoroso compressore necessario per la produzione di aria compressa...
    Sembra quindi che le PCC siano state inventate solo perchè il compressore era rumoroso.
  • Pag. 162
    Dall'entrata in funzione della nuova metropolitana cessa di funzionare la linea per Cinecittà della ex STEFER, o meglio per qualche tempo farà ancora servizio, ma solo la mattina...
    Errore. Fu solo previsto il mantenimento in efficienza della linea tramviaria fino all'estate per prevenire eventuali fermi della metropolitana, ma i binari furono subito invasi dalla sosta e in parte asfaltati rendendo di fatto impraticabile la linea.
  • Pag. 165
    ...l'Azienda ATAC assume per la prima volta un conducente di genere femminile...
    Genere [femminile] è un termine grammaticale che non può essere utilizzato per indicare il sesso di una persona (ma forse l'autore non trova politically correct parlare del sesso della conducente).
  • Pag. 168
    ...20 vetture microbus elettrici Gulliver che, con le successive 14 dell'anno successivo, andranno a formare la più grande flotta europea di trasporto elettrico in Europa.
    L'autore ripete una fesseria propagandistica dell'era veltroniana, tirata fuori nel 2006; la cosa, così come è detta, è semplicemente ridicola: 34 vetture costituirebbero la più grande flotta ecc.? e dove le mettiamo le grandi reti filoviarie svizzere, oltre a quella di Milano? Se poi si parla di "flotta" di bagarozzetti elettrici da quattro soldi, allora forse la notizia è esatta, nessuna città europea utilizzando seriamente tali veicoli.
  • Pag. 169
    Nel presentare le vetture "di ultima generazione" l'autore evita di dire che le stesse si sono rivelate una emerita fregatura, che l'ATAC si è presa per propria insipienza; evita di raccontare come le cinquanta motrici 9200, a dodici anni di distanza dalla consegna della prima vettura, non riescano ancora ad entrare in regolare servizio nonostante le modifiche, riparazioni e parziali ricostruzioni alle quali sono state sottoposte.
  • Pag. 173
    ...nel 2009 si elettrifica una nuova linea, il 90 deviato che dalla stazione Termini arriva a largo Pugliese.
    Evita, l'autore, di dire che il 90 deviato percorre come filobus buona parte del percorso del 90, salvo poi ad impegnare una breve deviazione sprovvista di bifilare, sulla quale i rotabili devono procedere con le famose batterie, già rovinose nell'esercizio della 90. No, è una "nuova elettrificazione".
    Il 6 luglio di questo anno [il 2009]... si è festeggiato il 120° compleanno del deposito di Porta Maggiore...
    ...per il quale l'autore ha prodotto un degno opuscolo, da noi già recensito.

Il testo si chiude con pagine di lode sperticata all'operato dell'azienda e a tutto ciò che la circonda, oltre alle solite previsioni sul roseo futuro della rotaia a Roma; evitiamo di citare le solite stucchevoli e sempre ripetute frasi, rimandando a quanto già accennato in altra sede. Evitiamo infine di dare un giudizio su sonetti, poesiole e brani dannunziani che allietano il lettore alla fine dell'opera.

 
 
 
 

Home page

Indice argomenti di carattere generale

   
.

TramRoma, ©1999-2023 - Curatori: Dario Giacomini, Mauro Di Pietrantonio

Ultimo aggiornamento: giovedì 11 gennaio 2024