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La storia del trasporto pubblico di Roma raccontata con passione e per passione. Sito fondato da Vittorio Formigari, online dal 1999 |
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Rete tranviaria; argomenti addizionali |
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L'ACCOPPIAMENTO DEI ROTABILI SRTO E ATM |
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Rotabili SRTO |
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Motrici a terrazzini e torpediniere Le motrici gr. 200 (Thomson Houston o a terrazzini) e 300 (torpediniere), dotate di solo freno a mano di servizio, non sono previste per il traino di rimorchiata e gli organi di aggancio e repulsione di queste vetture si limitano ad un piccolo repulsore centrale, al di sopra del quale si trova un gancio per l'attacco di una catena. |
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Motrici Ringhoffer e Westinghouse Le motrici Ringhoffer appaiono inizialmente dotate di repulsore centrale identico a quello delle torpediniere; in data non precisabile, ma certamente anteriore al 1921, in previsione dell'uso di rimorchiate, sono dotate di aggancio centrale a trombetta con gancio per una catena di sicurezza e di raccordi per le condotte del freno pneumatico. Le Westinghouse sono invece dotate di questa disposizione fin dall'inizio. I raccordi per le condotte del freno sono posti sulla destra del fanale. |
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Nonostante che le motrici a terrazzini non siano previste per il traino di rimorchiate nel 1897, all'inizio della linea di S. Agnese, appare qualche treno composto da una motrice 200 e un rimorchio ricavato da un tram a cavalli, al quale è stato applicato un repulsore uguale a quello delle motrici; non sembra che queste composizioni abbiano circolato a lungo. Le rimorchiate munite di freno Westinghouse hanno praticamente con la stessa disposizione di quelli delle rimorchiate municipali. |
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Il collegamento elettrico tra motrice e rimorchiata | ||||||
Rotabili municipali |
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L'accoppiamento elettrico tra motrice e rimorchiata per l'alimentazione del circuito luce di quest'ultima è stato quasi sempre realizzato, almeno fino all'avvento degli accoppiatori automatici, a mezzo di un cavetto flessibile mobile dotato di spine di estremità, che vanno ad inserirsi nelle corrispondenti prese montate sui frontali delle vetture. In tutto il mondo tranviario, in Europa ed oltreoceano, tranne che a Roma, dove l'azienda municipale volle anche sperimentare un altro sistema. | ||||||
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L'accoppiamento a cavetto resta in uso fin verso il 1920, quando l'ATM, non si sa per quale motivo, inizia la modifica di motrici e rimorchi per un nuovo sistema per portare la corrente di illuminazione dalla motrice al rimorchio: in questo nuovo sistema spariscono prese e cavetto, mentre sui rotabili si installano da un lato una specie di verga metallica elastica e dall'altro un occhiello in tondino di ferro, collegati ai rispettivi impianti elettrici; la verga deve andare ad inserirsi entro il tondino, garantendo, con la sua elasticità, il contatto elettrico tra le due parti. E' una variante semplificata del sistema a torrette e pertiche largamente utilizzato in trazione elettrica ferroviaria leggera. Le motrici sono munite del solo occhiello, i rimorchi di occhiello e verga. Dopo i primi anni Venti, quando i rotabili SRTO sono passati in buona parte dell'ATM, anche qualche rimorchio SRTO appare dotato di occhiello e verga. | ||||||
Non è mai stato chiarito il motivo per cui la ATM abbia voluto abbandonare il sistema a cavetto, semplice e sicuro, per passare ad un sistema caratterizzato in primo luogo da un contatto permanentemente incerto e difficile da maneggiare, con i pezzi sotto tensione esposti a qualsiasi contatto. | ||||||
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Non tutti i rotabili sono dotati di occhiello e verga; il sistema resta parzialmente in funzione fino al 1936 circa, quando motrici e rimorchi sono di nuovo modificati montando una usuale presa, la stessa precedentemente sostituita da occhiello o verga. Nel dopoguerra, completandosi la trasformazione della maggior parte dei rimorchi in unidirezionali, questi perdono la presa, sostituita da un cavetto fisso uscente da un foro e terminante con la spina per l'inserzione nella presa della motrice. | ||||||
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Rotabili SRTO Non si ha alcun dato preciso sul collegamento elettrico tra motrice e rimorchiata per i rotabili SRTO; una immagine mostra un dettaglio che potrebbe essere la presa di corrente per la rimorchiata, dettaglio che appare in modo molto confuso anche in altre immagini. Nulla si sa della corrispondente presa sulle rimorchiate. |
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La
protezione col bandone In molte immagini di treni di motrice e rimorchio si nota un elemento aggiunto esternamente tra motrice e rimorchio, che ha l'aspetto di due pezzi di bandone collegati tra loro a cerniera. E' una specie di protezione, si suppone di invenzione ATM o ATAG, che dovrebbe evitare che un passeggero, malamente aggrappatosi ai mancorrenti della porta posteriore della motrice, perdendo l'equilibrio possa finire sotto le ruote del rimorchio. Dovrebbe altresi impedire che ci si possa intrufolare tra motrice e rimorchio per non girare attorno al convoglio. Quante volte il dispositivo in questione abbia salvato la vita a un passeggero, non è noto. In ogni caso, lo schizzo sottoriportato ne indica la disposizione schematica (vista dall'alto): P sono le due lamiere opportunamente sagomate, incernierate in A, B, C tra la motrice e la rimorchiata; le cerniere A e B sono realizzate mediante ferri ad U montate sui frontali dei rotabili. |
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La parziale eliminazione degli accoppiatori dai rimorchi ATAG Verso la metà degli anni Trenta l'ATAG inizia ad eliminare accoppiatori pneumatici ed elettrico da una delle testate dei rimorchi, di tutti i tipi, salvandosi dall'operazione un ridottissimo numero di rotabili a sei moduli da impiegare come primo rimorchio sui treni a tre pezzi della linea 1, l'unica della rete che adottò tale composizione dal 1937 al 1945. |
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Molte ipotesi si sono fatte per chiarire il motivo di tale operazione. E' una delle tante particolarità di Roma che non si ravvisano altrove. Sulle reti di Milano, Napoli, Torino, Genova ecc., per non parlare di tutte le reti estere, i rimorchi hanno avuto fino alla fine gli accoppiatori su entrambe le testate, come pure è logico dal momento che devono essere accoppiati e disaccoppiati con facilità in officina, nei depositi e, qualche volta, anche in piena linea. | ||||||
Si è ipotizzato che cosi facendo si toglieva l'appiglio a quelli che usavano attaccarsi dietro il tram, ma ciò sembra una scemenza visto che il risultato si sarebbe ottenuto solo per i treni con rimorchio. Oltre tutto, tolti i tubi di ferro dal frontale con relativi attacchi, supporti e grappette e tolti anche i supporti per il pezzo di bandone, occorreva sostituire tutta la lamiera frontale o chiudere i buchi con saldatura, stucco, verniciatura, riscrittura del numero e così via: in ogni caso un lavoro non da poco come mano d'opera, per una emerita stupidaggine. | ||||||
Cessato l'impiego dei treni a tre pezzi sulla linea 1 i rimorchi interessati furono immediatamente privati dei flessibili per collegamento delle condotte del freno, ma i tubi di ferro restarono al loro posto, chiusi da tappi a vite, evidentemente non volendo l'ATAC ripetere le operazioni di chiusura buchi ecc. come negli anni Trenta; per anni, fino alla definitiva radiazione dei rimorchi nel 1963, gli appassionati poterono vedere apparire qua e là uno di questi rimorchi mutilati, testimoni di una operazione tanto stupida quanto inutile (ved. l'immagine del rimorchio 270 più sotto riportata). | ||||||
Un problema sugli accoppiamenti Nelle due fasi nelle quali i rotabili dell'azienda municipale adottano il cavetto mobile per l'alimentazione del circuito di illuminazione delle rimorchiate, la relativa presa sulle motrici è sempre montata al lato sinistro del frontale*, come chiaramente mostrato nelle immagini sotto riportate. |
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Volendo evitare, nel collegamento con la rimorchiata, l'accoppiamento in diagonale, che porterebbe ad un cavo di eccessiva lunghezza e alla portata di mano dei passeggeri, occorre che le prese del rimorchio siano poste in posizione speculare rispetto a quelle della motrice, cioè sul lato destro dei frontali.
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Con questa disposizione i due rotabili possono essere comunque girati e gli
accoppiatori di motrice e rimorchio si troveranno sempre affacciati. Il sistema fallisce nel caso di treni a doppia rimorchiata; mantenendo i rimorchi
tutti uguali, l'accoppiamento tra due rimorchiate viene necessariamente
in diagonale. Il problema ammette due soluzioni:
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Entrambi i sistemi sono ripieghi, che portano ad avere rotabili non accoppiabili tra loro; ad es., nel caso a), se la rimorchiata intermedia è girata di 180° su un triangolo, non è più accoppiabile alle motrici, mentre nel caso b) la rimorchiata di coda non lo è mai. | ||||||
Sulla rete romana i treni a doppia rimorchiata sono
sempre stati una eccezione; sembra che per gli accoppiamenti si sia utilizzata,
almeno da parte della rete municipale, la soluzione a); l'unica immagine che ci
mostri l'adozione di tale soluzione è costituita da un treno del
servizio mercati.
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Dopo la parziale eliminazione degli accoppiatori
delle rimorchiate (ved. sopra), resterà un ridotto numero di rimorchi, da
utilizzare come elemento intermedio sui treni a tre pezzi della linea 1, che avranno gli accoppiatori ad entrambe le estremità
posti dallo stesso lato e non saranno pertanto non girabili di 180°.
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Osservazioni.
Per la posizione degli accoppiatori pneumatici si veda anche la disposizione iniziale sulle motrici a imperiale della STFER Castelli. ______________________ * Lato sinistro (destro) di un rotabile è quello che viene a trovarsi a sinistra (destra) del conducente nella normale marcia in avanti. |
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TramRoma, ©1999-2023 - Curatori: Dario Giacomini, Mauro Di Pietrantonio |
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Ultimo aggiornamento: sabato 30 dicembre 2023 |